Patologia della Superficie Oculare
Esclusivamente presso il Reparto Oculistico – Banca degli Occhi e Microchirurgia Oculare D.O. dell’Ospedale San Salvatore di L’Aquila.
La superficie oculare è composta dalle palpebre, dagli epiteli della congiuntiva, della cornea e del limbus e dal film lacrimale. Essa fisiopatologicamente va considerata come una unità funzionale.
Le malattie dell’occhio che colpiscono la superficie oculare devono essere diagnosticate e trattate con una conoscenza approfondita di queste strutture che dipendono funzionalmente l’una dall’altra. L’esperienza clinica associata a test specifici, quali la citologia a impressione, tecniche di biologia molecolare sulla cornea, gli esami colturali, la pachimetria, la microscopia endoteliale, l’esame OCT del segmento anteriore, la topografia corneale, etc. permettono di eseguire una diagnosi precisa, prima di decidere se instaurare una terapia medica e/o chirurgica.
Le patologie della superficie oculare coincidono praticamente con quadri patologici di pertinenza dei vari distretti.
Quando la patologia interessa esclusivamente la cornea si interviene con il “trapianto“.
Il trapianto di cornea è caratterizzato, in genere, da una elevata percentuale di successo grazie alla mancanza di vascolarizzazione che rende poco frequente il rischio di rigetto.
Tuttavia, in alcune situazioni il trapianto da solo non è sufficiente per risolvere il quadro patologico. Infatti, quando l’occhio ha subito una perdita parziale o totale delle cellule staminali dell’epitelio corneale, deficit limbare, vi è una compromissione del turnover epiteliale che si traduce in difetti epiteliali persistenti o recidivanti, ulcere stromali, sostituzione della superficie corneale con epitelio congiuntivale e formazione di un panno neovascolare che predispone al rigetto del lembo trapiantato.
Una volta individuata la presenza di un danno al patrimonio di cellule staminali limbari è necessario quantificarlo.
Se si è in presenza di un deficit limbare parziale, cioè in presenza di una quantità di cellule staminali sopravvissute alla patologia, come può avvenire nelle causticazioni chimiche, può essere sufficiente la rimozione del tessuto congiuntivale aggressore mediante la cheratectomia superficiale e l’innesto di membrana amniotica in modo da riformare lo stroma anteriore e la membrana basale. Ciò potrebbe favorire il ripristino dell’epitelio corneale mediante la proliferazione delle cellule staminali limbari presenti.
La MEMBRANA AMNIOTICA, lo strato più interno delle membrane fetali, è un tessuto dotato di numerose proprietà: non è immunogenico, ha proprietà batteriostatiche ed antiflogistiche, riduce l’angiogenesi, inibisce la funzione dei fibroblasti, riducendo la formazione di cicatrici, previene la degradazione del collagene, favorisce la riepitelizzazione.
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